Cs: Porto a Pulsano: Beni Comuni Taranto invia osservazioni al Demanio Marittimo.

Con il Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 168 del 31/12/2015 è stata pubblicata l’istanza di concessione demaniale marittima trentennale per la realizzazione e la gestione di un porto turistico a Pulsano da parte del “Gruppo Immobiliare s.r.l. Ritorna la proposta di porto turistico a Pulsano già bocciata due volte per gli evidenti impatti ambientali e sociali. Ai sensi dell’art. 4 del DPR 509/97, Beni Comuni Taranto ha presentato osservazioni al Demanio illustrando motivazioni rilevanti per negare la concessione.

<<L’artificializzazione della costa (con la costruzione di moli, porti turistici, strutture per la balneazione) provoca un’accresciuta erosione costiera con conseguente degrado del paesaggio del litorale>>. Non sono parole di Beni Comuni Taranto” – dichiara il fondatore Giovanni Vianello – “ma è quello che si legge nel Piano Paesaggistico Regionale della Regione Puglia in merito alla litoranea tarantina per cui cittadini e amministratori devono riflettere, per questo abbiamo inviato 16 pagine di osservazioni al Demaniolocalizzazione mappa compressa

“La proposta prevede un enorme molo che invaderà il mare in direzione del posidonieto protetto per legge oltre ad opere in terra in un’area già dichiarata di notevole interesse pubblico dal Decreto Ministeriale dell’agosto del 1985. La costa è stata definita come erodibile e nell’area vi sono i vincoli di territorio costiero, idrogeologico, boschi, aree di rispetto dei boschi, SIC mare, immobili e aree di notevole interesse pubblico, strada panoramiche. Inoltre manca completamente la pianificazione, infatti non risulta ancora esser stata fatta una Valutazione Ambientale Strategica per l’intera area e anche il discusso PUG di Pulsano in quel preciso punto non prevede la realizzazione di un porto. Le criticità, gli obiettivi generali e specifici dello scenario strategico e le relative azioni e progetti, rendono questo porto incompatibile visti anche gli indirizzi e le competenze a cui il Demanio Marittimo deve attenersi.”

“Bisogna anche ricordare che sulla costa pulsanese ci sono già due aree portuali esistenti per cui non si comprende perché la costa tarantina debba esser ancora aggredita in una zona vergine con boschi e scogliere. Le Dinamiche di trasformazione e i fattori di rischio connessi, già messi in risalto dallo stesso PPTR, ci fanno comprendere che questa proposta è irricevibile. Inoltre il porto interesserebbe la già trafficata litoranea che nei periodi estivi riscontra notevoli problemi. Nella zona non c’è e non potrebbe mai realizzarsi per ovvie ragioni, un grande parcheggio al servizio del porto quindi si potrebbe compromettere definitivamente la viabilità a causa di prevedibili e difficoltose manovre dei veicoli in entrata e uscita dai parcheggi e lunghe code con conseguente incremento dell’inquinamento atmosferico, nonché aumento di rischi di incidentalità, il tutto su una strada (la SP 122) dichiarata “panoramica” e dove si dovrebbe sviluppare la mobilità dolce e non il traffico veicolare!”

cassiopea compressa“Vi sono poi criticità di carattere finanziario ed economico in quanto il progetto di un porto di queste dimensioni prevede un investimento di diversi milioni di euro per cui ci si chiede come può una società con capitale sociale di soli 90 mila euro affrontare tale investimento? Con che garanzie? Troppo spesso il mantra delle infrastrutture che portano turisti si è rivelato privo di fondamento comportando invece consumo di territorio, con problemi idrogeologici di non poco conto, sperpero di denaro e cattedrali nel deserto proprio perché non pianificato con corrette analisi costi-benefici. Al contrario, invece,” – conclude Beni Comuni Taranto – “è necessario ribadire che i turisti ricercano i luoghi incantevoli marini e terrestri per passare le proprie vacanze, luoghi come quello della costa tarantina che purtroppo è già stata cementificata in maniera sconsiderata, ulteriori cementificazioni potrebbero far scappare definitivamente il turismo di qualità!”

Partono i referendum sociali: scuola pubblica, blocca inceneritori, trivelle zero e beni comuni

Diffondiamo il comunicato stampa  redatto a seguito dell’assemblea nazionale avvenuta il 13 marzo 2016 a Roma.

Partono i referendum sociali: scuola pubblica, blocca inceneritori, trivelle zero e beni comuni

Ieri partecipatissima assemblea nazionale a Roma, giovedì 17 il deposito dei primi quesiti in cassazione, per una primavera di diritti e di democrazia

Partono i Referendum sociali per la scuola pubblica, per bloccare il Piano nazionale inceneritori, per l’opzione “Trivelle zero” in Italia e per la difesa dei beni comuni.

Ieri a Roma al Cinema Palazzo si è svolta una partecipatissima assemblea nazionale con centinaia di persone provenienti da tutta Italia che ha dato avvio alla nuova stagione referendaria.

Da giovedì prossimo 17 marzo si avvierà il deposito dei primi quesiti alla Cassazione per far partire la raccolta delle firme con un evento unitario e diffuso il 9 e 10 aprile che darà vita alla campagna nazionale di mobilitazione che si chiuderà entro il 9 luglio prossimo.

L’obiettivo è superare le 500.000 firme necessarie per tutti i sei quesiti referendari già in campo, oltre quelli contro la privatizzazione dei beni comuni in via di definizione, per andare al voto nella primavera del 2017.

L’approvazione dei principali provvedimenti governativi, dalla Buona Scuola allo Sblocca Italia, con cui si è attaccato il ruolo della scuola pubblica, privatizzati i beni comuni e i servizi pubblici, aggredito l’ambiente, a partire dalle trivellazioni e da un autoritario aumento di nuovi inceneritori ed abbattuti i diritti del lavoro, ha innescato un crescente percorso di lotta che sostiene un opposto modello di sviluppo fatto di tanti comitati, movimenti, sindacati, associazioni che hanno iniziato ad incontrarsi in numerose assemblee sul territorio, da Bologna a Pescara, da Ancona a Napoli ed a Roma.

Si è pertanto formalizzata ieri l’alleanza sociale tra i movimenti per la scuola pubblica, per l’acqua bene comune, contro la devastazione ambientale che si oppone alle trivellazioni e contro il piano nazionale per vecchi e nuovi inceneritori che insieme chiedono di puntare ad una società “democratica” che investa sul valore della scuola pubblica, sulla sostenibilità ambientale e la difesa della salute pubblica, sulla gestione pubblica dei servizi locali, sul lavoro stabile e sul diritto al reddito che veda la piena attuazione del dettato costituzionale, e non il suo smantellamento.

L’iniziativa incrocia infatti il tema della democrazia e della sua espansione, che altro non è se non il rovescio della medaglia dell’affermazione dei diritti fondamentali. La nostra stagione dei referendum sociali, pur nella sua dimensione autonoma, vuole contribuire anche alla campagna per il NO alla controriforma istituzionale, con la convinzione che parlare di democrazia non significa ragionare puramente di architettura istituzionale ma del potere che hanno le persone di decidere sulle scelte di fondo che riguardano gli assetti della società.

Proprio perché non pensiamo che la nostra iniziativa sia autosufficiente e esaustiva delle battaglie in corso ci sentiamo fortemente impegnati per l’affermazione del Sì al referendum contro la prosecuzione indefinita delle concessioni in mare entro le 12 miglia del prossimo 17 aprile, così come nella preparazione e nella buona riuscita della manifestazione nazionale contro il TTIP prevista per il 7 maggio.

Per quanto riguarda il Jobs Act, provvedimento che ha la stessa matrice di quelli oggetto del nostro intervento, non rinunciamo né all’idea che, progressivamente, si possa costruire un intreccio sempre più stretto tra le questioni che oggi sono al centro dell’iniziativa e il tema del lavoro, né alla nostra autonomia di giudizio e di iniziativa anche su questo tema, una volta conosciuti gli eventuali quesiti referendari promossi dalla CGIL.

Si apre quindi una stagione di grande impegno sociale, che mobiliterà sui grandi temi della Costituzione materiale tante persone nei territori affermando un’altra idea di modello sociale e di democrazia.

L’intervento introduttivo completo all’Assemblea di Roma può essere letto qui: http://wp.me/p78jxh-zx

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Movimento per la scuola pubblica

Campagna “Stop devastazioni”, per i diritti sociali ed ambientali

Comitato Sì Blocca InceneritoriBanner_referendum_sociali

La Bellezza

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”. (Peppino Impastato)

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