Il 19 luglio 2016 il comitato Beni Comuni Taranto è stato ascoltato in V Commissione Ambiente della Regione Puglia per tramite del portavoce Giovanni Vianello in merito al ddl 128 in tema di rifiuti.
Il testo del ddl 128 della Giunta Regionale, che modifica la Legge Regionale 24/2012, è stato presentato giovedì 14 luglio. Tuttavia giovedì è stato pubblicato un primo testo che riportava diversi errori e non era corretto, infatti i giorni seguenti il testo è stato cambiato comportando un doppio lavoro di controllo, analisi e studio. Nonostante queste difficoltà e il poco tempo a disposizione, Beni Comuni Taranto ha presentato osservazioni scritte il giorno dell’audizione.
Una Proposta di Legge che se attuata (approvazione del Consiglio Regionale) aprirebbe inquietanti scenari come la gestione del servizio di raccolta spazzameno e trasporto ad un un grosso (e quasi unico) gestore per tutto il territorio regionale esautorando i Comuni e i cittadini dal potere decisionale.
Un altro elemento da sottolineare è che questo ddl 128 viene discusso a non molta distanza dalla scadenza della concessione dell’Acquedotto Pugliese spa (2018).
Pertanto si prospetta nel breve periodo l’esistenza di 2 autorità diverse – l’Agenzia per i rifiuti (di carattere regionale) per i servizi legati al ciclo dei rifiuti e l’Autorità Idrica Pugliese (già esistente) per il Servizio Idrico Integrato – che affidano i servizi a due grosse aziende rispettivamente una di gestione dei rifiuti e una di gestione del Servizio Idrico Integrato (AqP).
Ipotesi Inquietante: Nel 2018, a scadenza della concessione di AqP, le due grosse aziende potrebbero essere fuse dando vita ad una multiutility come Hera che detiene i servizi legati ai Beni Comuni (rifiuti, acqua ed energia) in parte delle regioni del Centro Nord. Queste multiutility con un management più orientato a fare utili che pensare ai reali problemi dei cittadini e dei Comuni, hanno la propensione a quotarsi in borsa. Questa situazione che ipotizziamo, significherebbe non solo la perdita di democrazia nelle scelte sui servizi di Acqua e Rifiuti, ma soprattutto significherebbe che l’Acquedotto Pugliese spa non verrà più ripubblicizzato e la possibilità che entrambi i servizi vengano pian piano ceduti a privati, come l’esperienza delle Multiutility insegna. Ipotesi inquietanti che dobbiamo fare a seguito della lettura del ddl 128 proposto dalla Giunta Emiliano che apre inevitabilmente la strada in questa direzione.
Ma c’è molto di più, soprattutto per quello che rappresenta il ddl 128 per la provincia di Taranto. A questo link trovate il documento completo presentato in Regione: criticità ddl 128 – nuova versione
Le criticità e gli aspetti del documento presentato in Regione da Beni Comuni Taranto, sono riportati in sintesi per punti qui di seguito:
1) ATO unico e il “peso” del trattamento smaltimento sulla provincia di Taranto – soprattutto articoli 1 e 2 del ddl 128
2) Piano Regionale dei Rifiuti – citato nell’art.4 del ddl 128 (art.8 L.R. 24/2012)
3) L’inutilità dell’Agenzia (nuovi art.3, 8, 9, 9-bis, 10-ter, 10-quater, 11, 13, 14, 14-bis, 16 e 24 della L.R. 24/2012 modificati dal ddl in oggetto)
4) Confusione nell’affidamento del servizio di spazzamento raccolta e trasporto tra Agenzia e ARO (art.9 comma 6 con art. 14 comma 1)
5) Non vi è differenza tra impianti per il trattamento FORSU aerobico e anaerobico (Art. 8 comma 4)
6) Provenienti della vendita dei rifiuti alla multiutility? (art.8 comma 5)
8) Non c’è trasparenza, non c’è partecipazione popolare.
9) Competenze di VIA e AIA alla Regione (unica nota positiva)
10) L’Autorità fantasma.
11) Analisi vecchia Legge, mancanza di controllo, eccesso di ordinanze e deroghe.
12) A proposito di Deroghe e Ordinanze, la discarica Italcave.