Rifiuti

I Rifiuti sono un problema o possono diventare una risorsa?

Ecco la risposta, la strategia Rifiuti Zero – “Zero Waste”

Rifiuti Zero – Zero Waste

Rifiuti Zero è una strategia che si propone di riprogettare della vita ciclica delle risorse in modo tale da riutilizzare tutti i prodotti, facendo tendere la quantità di rifiuti da conferire in discarica allo zero, contrapponendosi alle pratiche che prevedono necessariamente un processo di incenerimento o discarica. Il processo assomiglia al riutilizzo delle risorse fatto dalla natura. Da queste considerazioni nasce la strategia Rifiuti Zero – “Zero Waste” che non è solo una strategia politica, ma è anche un modo di intendere il mondo senza sprechi. Tra i suoi maggior teorizzatori vi è il prof. Paul Connett, docente della St. Lawrence University

Questa visione suggerisce che l’intero concetto di rifiuto dovrebbe essere eliminato. I rifiuti dovrebbero essere pensati come una “potenziale risorsa”, superando la nostra normale idea che i rifiuti sono un normale sbocco della vita dei prodotti, assicurando delle pratiche sostenibili all’inizio del processo produttivo. Rifiuti Zero – “Zero Waste” oltre a tendere a zero i rifiuti in discarica, non prevede alcun tipo di combustione e quindi non prevede l’impiego nei processi di gestione del rifiuto/risorsa gli inceneritori e/o i co-inceneritori (inceneritori con recupero energetico). Rifiuti Zero – “Zero Waste” si basa su “3 pilastri” fondamentali. Ognuno dei pilastri rappresenta una condizione necessaria ma per realizzare lo Zero Waste il singolo pilasto non è una condizione sufficiente per cui è necessario che si realizzino tutti e 3.

1) La necessità di amministrazioni capaci.

2) Responsabilità delle comunità.

3) Responsabilità industriale.

La necessità di amministrazioni capaci

Amministrazioni che promuovono politiche virtuose a partire dalla riduzione della produzione del rifiuto a monte, continuando con un efficiente servizio di raccolta differenziata “porta a porta” e che promuovono il riutilizzo, il riciclo e il recupero (non energetico), informando e coinvolgendo la cittadinanza attivamente in questi processi.

Responsabilità delle comunità.

La comunità è l’elemento chiave che ci porta a rifiuti zero in quanto, il processo Rifiuti Zero è un processo partecipato nel momento in cui la cittadinanza viene informata adeguatamente dalle amministrazioni e nel momento in cui l’amministrazione fornisce alla cittadinanza gli strumenti giusti per differenziare i rifiuti preparandoli quindi a diventare risorse preziose da riutilizzare, riciclare e recuperare. Inoltre la cittadinanza è dotata del potere di acquistare i prodotti più opportuni che non producono i rifiuti perchè privi di imballaggi o perchè scelgono prodotti che possono essere riutilizzati, riciclati o recuperati non acquistando prodotti usa e getta e quindi concorrendo alla diminuzione a monte della produzione dei rifiuti che per l’organico può essere realizzato anche con il compostaggio domestico.

Responsabilità industriale.

Anche quando ci troviamo in presenza di Amministrazioni capaci e cittadini responsabili, Rifiuti Zero – “Zero Waste” non può realizzarsi al 100% se non si interviene sul “mercato” che è il vero responsabile della produzione dei rifiuti in quanto troppo spesso le aziende producono prodotti che non possono essere riutilizzati, riciclati e recuperati e a questo si aggiunge che troppo spesso gli stessi prodotti vengono avvolti in imballaggi che non possono essere riutilizzati, riciclati e recuperati avendo quindi l’effetto di produrre due rifiuti con un solo prodotto. Per cui la sfida passa anche dal mercato e dalle aziende che sempre più devono essere responsabilizzate nel produrre prodotti riutilizzabili, riciclabili e recuperabili e devono diminuire l’utilizzo degli imballaggi e dove gli stessi risultino necessari, che almeno siano riutilizzabili, riciclabili e recuperabili.

(Giovanni Vianello)

Dieci passi verso Rifiuti Zero – “Zero Waste”

(Tratto da Centro di Ricerca Rifiuti Zero)

1.separazione alla fonte: organizzare la raccolta differenziata. La gestione dei rifiuti non e’ un problema tecnologico, ma organizzativo, dove il valore aggiunto non e’ quindi la tecnologia, ma il coinvolgimento della comunità chiamata a collaborare in un passaggio chiave per attuare la sostenibilità ambientale.

2.raccolta porta a porta: organizzare una raccolta differenziata “porta a porta”, che appare l’unico sistema efficace di RD in grado di raggiungere in poco tempo e su larga scala quote percentuali superiori al 70%. Quattro contenitori per organico, carta, multi materiale e residuo, il cui ritiro e’ previsto secondo un calendario settimanale prestabilito.

3.compostaggio: realizzazione di un impianto di compostaggio da prevedere prevalentemente in aree rurali e quindi vicine ai luoghi di utilizzo da parte degli agricoltori.

4.riciclaggio: realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclaggio e il recupero dei materiali, finalizzato al reinserimento nella filiera produttiva.

5.riduzione dei rifiuti: diffusione del compostaggio domestico, sostituzione delle stoviglie e bottiglie in plastica, utilizzo dell’acqua del rubinetto (più sana e controllata di quella in bottiglia), utilizzo dei pannolini lavabili, acquisto alla spina di latte, bevande, detergenti, prodotti alimentari, sostituzione degli shoppers in plastica con sporte riutilizzabili.

6.riuso e riparazione: realizzazione di centri per la riparazione, il riuso e la decostruzione degli edifici, in cui beni durevoli, mobili, vestiti, infissi, sanitari, elettrodomestici, vengono riparati, riutilizzati e venduti. Questa tipologia di materiali, che costituisce circa il 3% del totale degli scarti, riveste però un grande valore economico, che può arricchire le imprese locali, con un’ottima resa occupazionale dimostrata da molte esperienze in Nord America e in Australia.

7.tariffazione puntuale: introduzione di sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere. Questo meccanismo premia il comportamento virtuoso dei cittadini e li incoraggia ad acquisti piu’ consapevoli.

8.recupero dei rifiuti: realizzazione di un impianto di recupero e selezione dei rifiuti, in modo da recuperare altri materiali riciclabili sfuggiti alla RD, impedire che rifiuti tossici possano essere inviati nella discarica pubblica transitoria e stabilizzare la frazione organica residua.

9.centro di ricerca e riprogettazione: chiusura del ciclo e analisi del residuo a valle di RD, recupero, riutilizzo, riparazione, riciclaggio, finalizzata alla riprogettazione industriale degli oggetti non riciclabili, e alla fornitura di un feedback alle imprese (realizzando la Responsabilità Estesa del Produttore) e alla promozione di buone pratiche di acquisto, produzione e consumo.

10.azzeramento rifiuti: raggiungimento entro il 2020 dell’ azzeramento dei rifiuti, ricordando che la strategia Rifiuti Zero si situa oltre il riciclaggio. In questo modo Rifiuti Zero, innescato dal “trampolino” del porta a porta, diviene a sua volta “trampolino” per un vasto percorso di sostenibilità, che in modo concreto ci permette di mettere a segno scelte a difesa del pianeta.