Referendum: Taranto risponde ancora, la battaglia continua!

Dopo Acqua e Nucleare, Taranto c’è anche contro le Trivelle, ora si blocchi Tempa Rossa e le Trivellazioni nel Golfo.

L’esito referendario non arriva al quorum, ma i dati di Taranto sono di gran lunga al di sopra della media nazionale. Beni Comuni Taranto facente parte del Coordinamento No Triv Terra di Taranto e del Comitato Nazionale “Vota SI” ringrazia i cittadini.

Innanzitutto un grande ringraziamento alle Donne e agli Uomini tarantini, pugliesi e lucani che hanno dato molto per questo referendum il risultato ottenuto anche se non sufficiente, comunque ci legittima ad andare avanti e a non fermarci contro le trivelle nel Golfo e contro Tempa Rossa. Così come avvenuto con i referendum Acqua e Nucleare del 2011, la cittadinanza tarantina e pugliese dimostra che se sollecitata e informata adeguatamente sa rispondere. Certamente l’ostacolo del quorum è un muro difficile da oltrepassare e questo dovrebbe interrogarci sul perchè il quorum esiste nei referendum popolari mentre non esiste durante le elezioni politiche. Per cui il primo round è andato ma i territori hanno risposto e la battaglia continua sempre con maggiore determinazione.

Sembra che l’affluenza maggiore sia arrivata dove ci sono vertenze territoriali importanti tipo TAP a Melendugno, Triv in terra in Basilicata  e Triv in mare in Puglia e Basilicata, anche Tempa Rossa a Taranto ha giocato un ruolo importante. Inoltre dove le attività del turismo “green” legato alla preservazione del Mare, i dati sono più rilevanti come alle Tremiti o in tanti altri posti nel Salento, dato che dovrebbe farci riflettere su che tipo di economia dovremmo puntare al fine di tutelare ambiente, salute e attività economiche non impattanti sui territori ma fortemente remunerative. Ovviamente la modalità con cui è stato proposto questo referendum tramite le Regioni – senza l’anno supplementare per fare informazione con la raccolta firme ed inoltre senza cittadini, comitati e movimenti tra i promotori – nonché il breve tempo di propaganda dovuto all’anticipo della data al 17 aprile anziché l’accorpamento con le amministrative a Giugno, non ha aiutato a raggiungere l’obiettivo. Come insegnano i referendum del 2011, tra tutti quelli sull’Acqua, la proposta popolare rimane la modalità da seguire.

Abbiamo appena passato un’altra tappa di questo lungo percorso e Taranto, la Puglia e la Basilicata hanno risposto, l’era delle fonti fossili sta giungendo al termine e nuove iniziative già al vaglio, tra cui molte proposte popolari, presto verranno presentate o sono già in atto perchè la Democrazia non si esercita solo una volta all’anno, ma si realizza quando la partecipazione popolare è continua. Presto sostituiremo le politiche delle fonti fossili con politiche di risparmio ed efficientamento energetico degli edifici, fonti di energia rinnovabili diffuse e mobilità sostenibile. Ora tocca concentrarsi rispetto il progetto Tempa Rossa che passa per competenza anche in capo alla Regione Puglia e contro le 4 istanze nel Golfo di Taranto, 3 di Ricerca di ENI ed ENEL ed 1 di Prospezione della Schlumberger. Tre di queste prevedono l’utilizzo dei micidiali Air-Gun che potrebbero danneggiare le specie protette come Cetacei e Delfini e allontanare le specie ittiche indispensabili per attività come la Pesca.

Alex Zanotelli: Il petrolio resti sotterra!

Diffondiamo questo appello di Padre Alex Zanotelli missionario comboniano e grande difensore dei Beni Comuni in merito al referendum del 17 aprile 2016 sulla durata dei titoli minerari abilitativi per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare entro le 12 miglia dalle linee di costa e dalle aree protette.

IL PETROLIO RESTI SOTTOTERRA!

Il 17 aprile dobbiamo tutti/e  prepararci ad andare a votare il nostro SI’per il Referendum, proposto da nove regioni e dai comitati No Triv . (Ricordiamoci che si tratta di un Referendum abrogativo di una legge del governo Renzi sulle trivellazioni petrolifere, per cui è da votare SI’ all’abrogazione!) La sola domanda referendaria su cui dovremo esprimerci  sarà : “Si può estrarre petrolio fino all’esaurimento dei pozzi autorizzati che si trovano lungo le coste italiane entro le 12 miglia?” Inizialmente erano sei le domande referendarie proposte dalle nove regioni (Basilicata, Puglia, Molise, Veneto, Campania, Calabria, Liguria, Sardegna e Marche). Ma la Cassazione ha bocciato l’8 gennaio le altre cinque domande perché il Governo Renzi, nel frattempo, aveva furbescamente riscritto due commi del Decreto Sblocca Italia 2016. Per cui  ne rimane una sola. Le ragioni date dai comitati NO TRIV per votare SI’ sono tante: il pericolo di sversamenti di petrolio in mare con enormi danni alle spiagge e al turismo, il rischio di movimenti tellurici legati soprattutto all’estrazione di gas e l’alterazione della fauna marina per l’uso dei bombardamenti con l’aria compressa.  zanotelli

Ma la ragione fondamentale per votare SI’ è ,che se vogliamo salvarci con il Pianeta, dobbiamo lasciare il petrolio ed il carbone là dove sono, cioè sottoterra! Il Referendum ci offre un’occasione d’oro per dire  NO alla politica del governo Renzi di una eccesiva dipendenza dal petrolio e dal carbone per il nostro fabbisogno energetico. Gli scienziati ci dicono a chiare lettere, che se continuiamo su questa strada, rischiamo di avere a fine secolo dai tre ai cinque centigradi in più. Sarà una tragedia!

 Papa Francesco ce lo ripete in quel suo appassionato Laudato Si’:”Infatti la maggior parte del riscaldamento globale è dovuto alla grande concentrazione di gas serra emessi soprattutto a causa dell’attività umana. Ciò viene potenziato specialmente dal modello di sviluppo basato sull’uso intensivo dei combustili fossili(petrolio e carbone) che sta al centro del sistema energetico mondiale.” Il Vertice di Parigi sul clima , il cosidetto COP 21, dello scorso dicembre , lo ha evidenziato , ma purtroppo ha solo invitato gli Stati a ridurre la dipendenza da petrolio e carbone. E così gli Stati, che sono prigionieri dei poteri economico-finanziari, continuano nella loro folle corsa verso il disastro. Per questo il Referendum contro le trivellazioni diventa un potente grimaldello in mano al popolo per forzare il governo Renzi ad abbandonare l’uso dei combustibili fossili a favore delle energie rinnovabili.  

Trovo incredibile che il governo Renzi non solo non abbia obbedito a quanto deciso nel vertice di Parigi, ma che non abbia ancora calendarizzato la discussione parlamentare per sottoscrivere gli impegni di Parigi entro il 22 aprile. In quel giorno infatti le nazioni che hanno firmato l’Accordo di Parigi si ritroveranno a New York per rilanciare lo sforzo mondiale per salvare il Pianeta. Sarebbe grave se mancasse l’Italia.

Per questo mi appello alla Conferenza Episcopale Italiana perché, proprio sulla spinta di Laudato Si’, inviti le comunità cristiane ad informarsi su questi temi vitali per il futuro dell’uomo e del Pianeta, e votare quindi di conseguenza.

Mi appello a tutti i sacerdoti perché nelle omelie domenicali spieghino ai fedeli la drammatica crisi ecologica che ci attende se continueremo a usare petrolio e carbone.

Mi appello alle grandi associazioni cattoliche (ACLI, Agesci, Azione Cattolica…) a mobilitare i propri aderenti perché si impegnino per la promozione del SI’ al Referendum.

“Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti….Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. Come hanno detto i vescovi del Sudafrica” I talenti e il coinvolgimento di tutti sono necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla creazione di Dio.”

Diamoci da fare tutti/e, credenti e non, per arrivare al Referendum con una valanga di SI’ per salvarci con il Pianeta.

Alex   Zanotelli

Napoli,14 marzo 2016

 

Partono i referendum sociali: scuola pubblica, blocca inceneritori, trivelle zero e beni comuni

Diffondiamo il comunicato stampa  redatto a seguito dell’assemblea nazionale avvenuta il 13 marzo 2016 a Roma.

Partono i referendum sociali: scuola pubblica, blocca inceneritori, trivelle zero e beni comuni

Ieri partecipatissima assemblea nazionale a Roma, giovedì 17 il deposito dei primi quesiti in cassazione, per una primavera di diritti e di democrazia

Partono i Referendum sociali per la scuola pubblica, per bloccare il Piano nazionale inceneritori, per l’opzione “Trivelle zero” in Italia e per la difesa dei beni comuni.

Ieri a Roma al Cinema Palazzo si è svolta una partecipatissima assemblea nazionale con centinaia di persone provenienti da tutta Italia che ha dato avvio alla nuova stagione referendaria.

Da giovedì prossimo 17 marzo si avvierà il deposito dei primi quesiti alla Cassazione per far partire la raccolta delle firme con un evento unitario e diffuso il 9 e 10 aprile che darà vita alla campagna nazionale di mobilitazione che si chiuderà entro il 9 luglio prossimo.

L’obiettivo è superare le 500.000 firme necessarie per tutti i sei quesiti referendari già in campo, oltre quelli contro la privatizzazione dei beni comuni in via di definizione, per andare al voto nella primavera del 2017.

L’approvazione dei principali provvedimenti governativi, dalla Buona Scuola allo Sblocca Italia, con cui si è attaccato il ruolo della scuola pubblica, privatizzati i beni comuni e i servizi pubblici, aggredito l’ambiente, a partire dalle trivellazioni e da un autoritario aumento di nuovi inceneritori ed abbattuti i diritti del lavoro, ha innescato un crescente percorso di lotta che sostiene un opposto modello di sviluppo fatto di tanti comitati, movimenti, sindacati, associazioni che hanno iniziato ad incontrarsi in numerose assemblee sul territorio, da Bologna a Pescara, da Ancona a Napoli ed a Roma.

Si è pertanto formalizzata ieri l’alleanza sociale tra i movimenti per la scuola pubblica, per l’acqua bene comune, contro la devastazione ambientale che si oppone alle trivellazioni e contro il piano nazionale per vecchi e nuovi inceneritori che insieme chiedono di puntare ad una società “democratica” che investa sul valore della scuola pubblica, sulla sostenibilità ambientale e la difesa della salute pubblica, sulla gestione pubblica dei servizi locali, sul lavoro stabile e sul diritto al reddito che veda la piena attuazione del dettato costituzionale, e non il suo smantellamento.

L’iniziativa incrocia infatti il tema della democrazia e della sua espansione, che altro non è se non il rovescio della medaglia dell’affermazione dei diritti fondamentali. La nostra stagione dei referendum sociali, pur nella sua dimensione autonoma, vuole contribuire anche alla campagna per il NO alla controriforma istituzionale, con la convinzione che parlare di democrazia non significa ragionare puramente di architettura istituzionale ma del potere che hanno le persone di decidere sulle scelte di fondo che riguardano gli assetti della società.

Proprio perché non pensiamo che la nostra iniziativa sia autosufficiente e esaustiva delle battaglie in corso ci sentiamo fortemente impegnati per l’affermazione del Sì al referendum contro la prosecuzione indefinita delle concessioni in mare entro le 12 miglia del prossimo 17 aprile, così come nella preparazione e nella buona riuscita della manifestazione nazionale contro il TTIP prevista per il 7 maggio.

Per quanto riguarda il Jobs Act, provvedimento che ha la stessa matrice di quelli oggetto del nostro intervento, non rinunciamo né all’idea che, progressivamente, si possa costruire un intreccio sempre più stretto tra le questioni che oggi sono al centro dell’iniziativa e il tema del lavoro, né alla nostra autonomia di giudizio e di iniziativa anche su questo tema, una volta conosciuti gli eventuali quesiti referendari promossi dalla CGIL.

Si apre quindi una stagione di grande impegno sociale, che mobiliterà sui grandi temi della Costituzione materiale tante persone nei territori affermando un’altra idea di modello sociale e di democrazia.

L’intervento introduttivo completo all’Assemblea di Roma può essere letto qui: http://wp.me/p78jxh-zx

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Movimento per la scuola pubblica

Campagna “Stop devastazioni”, per i diritti sociali ed ambientali

Comitato Sì Blocca InceneritoriBanner_referendum_sociali