Triv in mare: 2015, più del 50% del gas estratto, non soggetto a royalties!

30 concessioni di coltivazione non pagheranno neanche 1 euro

Beni Comuni Taranto sulla base dei dati diffusi dal Ministero dello Sviluppo Economico, ha calcolato il quantitativo di gas estratto in mare esente da royalties scoprendo che nel 2015 più del 50% di GAS estratto in mare è esente da Royalties. La notizia ha dell’incredibile ma la conferma si trova direttamente elaborando i dati pubblicati sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico, sulla pagina dedicata alla Produzione nazionale di idrocarburi.

In tutto il mare italiano nel 2015 si sono estratti circa 4,5 miliardi di metri cubi di gas (4.525.837.702 smc) di cui però solo 2,25 miliardi di mc (2.259.076.643 smc) sono soggetti a royalties. Più di 2,26 miliardi di mc (2.266.761.059 smc), più 50%, sono invece quelli esenti e che quindi non comportano nessun rientro economico per lo Stato Italiano.

Produzione nazionale idrocarburi mare

Non è una dimenticanza delle multinazionali ma è l’effetto della normativa italiana che prevede un quantitativo gratuito garantito. Ai sensi dell’articolo 19 del Decreto Legislativo 25 novembre 1996, n. 625, infatti, per l’estrazione di Gas in mare c’è una quota annuale di produzione esente da royalties per i primi 80 milioni di mc per ogni concessione. Nel 2015 sono state 17 le concessioni in mare che hanno prodotto più di 80 milioni di mc di gas mentre sono ben 30 le concessioni che non sono arrivate a produrre fino a questa soglia e non pagheranno neanche 1 euro di royalties. Anche per il petrolio le cose non vanno tanto meglio, il “quantitativo gratuito garantito” in mare esente da royalties è di 50 mila tonnellate per ogni concessione e nel 2015 su un totale di circa 750 mila tonnellate prodotte, circa 293 mila tonnellate di greggio sono gratuite!

Indicazioni generali sulle royalties applicate alle produzioni di idrocarburi

Nella seguenti tabelle potete vedere quante sono le concessioni in mare di Gas e petrolio suddivise tra quelle che hanno prodotto più del quantitativo minimo gratuito e quelle che ne hanno prodotto meno.

concessioni e royalties 2015 mare

concessioni e royalties 2015 mare olio

Occorre ricordare che in Italia, i giacimenti di idrocarburi sono patrimonio indisponibile dello Stato (articolo 826 c.c.). Tuttavia lo Stato non si impegna direttamente nella ricerca e nel loro sfruttamento, che lascia in concessione ad imprese private che con questi grandi sconti si impadroniscono del petrolio e gas e lo rivendono a caro prezzo ai cittadini. Ci si chiede come mai mentre le multinazionali degli idrocarburi hanno un “minimo gratuito garantito”, lo stesso concetto non avviene applicato alle bollette del gas ed energia che ogni mese milioni di italiani sono costretti a pagare con grandissimi sacrifici, pena la sospensione del servizio.

Le royalties sono comunque un palliativo e a prescindere dal loro valore e non risolvono il problema perchè insistono sulla logica di compensare per un disagio arrecato ma il disagio è troppo rilevante in termini di inquinamento, salute e perdita di risorse. Non bisogna farsi accecare e mettere a rischio ambiente e salute per qualche ritorno economico, qualunque esso sia, figuriamoci se di bassa entità come per le royalties. A dimostrazione di quanto detto, basta vedere la Basilicata che è la Regione in Italia che incassa il maggior gettito dalle royalties, eppure è tra le Regioni più povere e diversi studi sanitari negli anni hanno registrato un’anomala crescita di patologie riconducibili anche all’eccesso di esposizioni da inquinanti. L’unica soluzione è cambiare completamente il modello energetico puntando sulle fonti di energia rinnovabili diffuse e sulla riqualificazione degli edifici per renderli a risparmio energetico. Bisogna abbandonare la politica energetica fossile, perché obsoleta, rischiosa e non porta alcun giovamento ai cittadini italiani.

Gettito royalties anno 2015 Basilicata

2 pensieri riguardo “Triv in mare: 2015, più del 50% del gas estratto, non soggetto a royalties!

  1. La vicenda delle royalties è interessante: tradizionalmente in Italia sono bassissime o assenti. In un ambiente così favorevole alla ricerca ed all’estrazione, vien da chiedersi come mai le produzioni calino senza sosta (gas) o ristagnino (petrolio). Forse perché di nuove riserve non ne abbiamo più?

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    1. Buongiorno Fausto.
      La tua è una bella domanda. Infatti questa diminuzione nella produzione è anche in contrasto con quanto vorrebbe realizzare la SEN che al contrario prevede un aumento della produzione dell’estrazione delle fonti fossili al 2020 pari alla quota estratta negli anni ’90. Tuttavia sono gli stessi Dipartimenti del MISE che affermano che il forte decremento della produzione di gas è dovuto al naturale calo di produzione di campi in fase avanzata di coltivazione, ma anche se la produzione è in calo, al contrario la capacità di stoccaggio è aumentata (secondo la SEN l’Italia dovrebbe diventare hub del gas!). Sul sito del MISE sono pubblicate le cifre sulle Riserve di idrocarburi in Italia aggiornato al 31 dicembre 2014. Prendendo a riferimento solo il dato indicativo delle “certe” (probabilità di commercializzazione maggiore al 90%) si comprende che non vi sarà una lunga vita alle attività minerarie anche se, paradossalmente, secondo la SEN si dovrebbe puntare a sbloccare i giacimenti ancora non sfruttati. Una prospettiva che definirei a perdere per motivi noti…
      Dal mio punto di vista, oltre a quanto da te implicitamente affermato, che trova conferma nei rapporti del MISE, possono essere diversi i fattori che incidono sul calo della produzione annua, ma si tratta solo di supposizioni in aggiunta, su cui potrebbe essere utile riflettere. I diversi fattori legati alla produzione possono dipendere anche da un punto di vista maliziosamente opportunistico (rimanere sotto la franchigia gratuita), come le 30 concessioni per il gas e 1 di olio in mare dimostrano.
      Potrebbero esserci in aggiunta anche i motivi legati allo smantellamento delle piattaforme e alla chiusura dei pozzi a fine attività, che comportano costi rilevanti e che forse i produttori cercano di rinviare il più possibile.
      Grazie del commento.
      Buona giornata.

      Sono motivazioni un po fiacche a dire il vero
      Vi sono anche fattori dovuti che

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